DUNQUE…IL MALATO
STA ALZANDO LA TESTA…
Poco per volta, come un piccolo rivolo d’acqua che si sta aprendo una strada nel terriccio di un altopiano, i pazienti stanno prendendo coscienza dei loro diritti e alzano la testa.
Chiedono… e pretendono…
Il tribunale di Torino ha sentenziato che la cura di Christian Zohoungbogbo è praticabile per chi ha un indice di peso BMI maggiore di 30. Una convenzione burocratica che, però, riduce la questione a un pugno di grammi. Poco meno è vietato e poco più è permesso. Ridicolo?
Il ministero ha invece impedito la distribuzione di Benfluorex e Amfepramone che costituiscono gli elementi base della cura MTZ. Però lo stesso Ministero ha autorizzato la vendita di alcuni quintali di quelle sostanze all’estero. Come dire che: al di qua del confine no e al di là del confine sì. Il divieto si ridurrebbe a una questione di metri. Comico?
Il combinato disposto di giustizia e di governo si riduce a una questione peso-spaziale: un etto e un metro. Come non sottolinearne l’incongruità pretestuosa?
Una paziente di Milano si è affidata all’avvocato Giovanni Reho. Il giudice ha convocato le parti per il 4 luglio. Altre istanze stanno per essere depositate a Novara, Mantova, Brescia.
Analoga procedura è stata intrapresa da un’altra malata di Verona che si è rivolta all’avvocato Francesco Boscagin il quale ha presentato un ricorso al tribunale per ottenere una sentenza che le consenta di curarsi come desidera. In pratica, si tratta di ottenere l’autorizzazione a richiedere le cure di Christian Zohoungbogbo. L’udienza è fissata per il 13 luglio.
Il paziente è titolare del diritto, determinato dalla Costituzione, che gli garantisce le cure mediche dove vuole e con chi vuole. Il consenso informato è stato introdotto per assicurare completezza ai dettati della Carta Fondamentale.
Dunque, è di per sé un assurdo che chi vuole farsi curare con la metodica MTZ debba scavalcare le montagne di Ercole ma se la corsa ad ostacoli è indispensabile…sia!
Lorenzo Del Boca
02 luglio 2012