Scritto il 28 Novembre 2014 da giornalesalute
PASSO DOPO PASSO PRIMO
Zohoungbogbo ha deciso informare i suoi pazienti dello status del processo che ha travolto lo status chimico farmaceutico del Math ’80 in prescrizione continuativa dal 1980 al 2010 conquistando il titolo giurisdizionale di farmaco del giudicato clinico e il farmaco dell’atto di ottemperanza del Ministero della Salute/Sanità.
“In nome del popolo del consenso informato” Il Math ’80 è un farmaco clinico.
“In nome del popolo italiano” Il Math ’80 è uno stupefacente farmaceutico dimagrante non pericoloso e non drogante.
Tre mesi dopo “in nome della legge” Il Math ’80 è uno stupefacente drogante.
“In nome del popolo italiano” Il Math ’80 è un farmaco clinico, è il farmaco del giudicato clinico, il farmaco dell’atto di ottemperanza ministeriale.
“In nome del popolo italiano” Il Math ’80 è uno stupefacente drogante.
Secondo Voi “del popolo del consenso informato” il Math ’80 “nonostante tutto” è sempre il farmaco clinico dal 1980 al 2010?
È quanto.
Dr. Mathias Christian Zohoungbogbo
Rivalta di Torino, 28 novembre 2014
Scritto il 20 Novembre 2014 da giornalesalute
La sclerosi del ns sistema è acclarata e non da ieri: la sentenza sul caso Eternit è solo un esempio lampante dell’alterità e contrapposizione tra la giustizia Formale e quella Sostanziale. Il caso Zohoungbogbo è un caso altrettanto da manuale.
Nel nostro Paese, erede unico e diretto della tradizione bizantina, ormai il Diritto equivale a Formalismo. La ricerca della Giustizia od anche la sua sola ricognizione, nei casi più evidenti e dimostrati, è solo esercizio retorico.
Nelle aule di giustizia si applicano i codici per rendere Culto al Formalismo.
E se al Cittadino viene negata la Giustizia peggio per lui e per le sue aspirazioni: ohibò, stiamo ancora a parlare di Giustizia in Italia nel 3 millennio?
Fa ridere questa aspirazione, in fondo noi guardiamo con sufficienza a quegli ingenuoni degli Americani che hanno scolpito nella loro Costituzione, come principio, la “ricerca della Felicità”.
Qui da noi tutt’al più, e dopo lunghi lavori parlamentari dettati dalle convenienze dei singoli schieramenti (e mi fermo qui…), siamo arrivati ad inserire in Costituzione…”il giusto processo”. Come se i processi sino ad allora celebrati non lo fossero stati e se ne sentisse la necessità di precisarlo nella norma di rango costituzionale.
Non è un caso che la norma in questione sia schiettamente rivolta alle procedure: la nostra forma mentis è che le regole debbano esser inattaccabili, non il contenuto delle norme.
Ci siamo rassegnati ad un simulacro di Giustizia e non ne riusciamo più ormai a venir fuori. Ogni Governo si preoccupa (ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti) solo di ridurre le sanzioni europee agendo sulla durata dei processi.
Non altro.
Bene hanno fatto a Casale Monferrato a proclamare il lutto cittadino .
Dovremmo proclamare lutto nazionale.
Avv. Gianluca Nargiso
20 novembre 2014
Scritto il 20 Novembre 2014 da giornalesalute
Anche per la questione amianto di Casale è stata raggiunta una certezza costituzionale. Tutti a casa: non è successo niente!
I tre mila morti accertati non portano a nessun colpevole.
Anche per i risarcimenti non c’è trippa per i gatti.
Chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto…
Dunque, in questo paese di certezze giudiziarie granitiche, l’unico a dover pagare – e pesantemente – si chiama Christian Zohoungbogbo, inventore e difensore della famigerata “metodica Mtz”. Non ci sono morti da giustificare e, per la verità, nemmeno feriti. Addirittura i pazienti si dicono “soddisfatti” della cura loro prescritta e alcuni hanno provocato indagini giudiziarie invocando dai tribunali il diritto di farsi curare da chi meglio credono (anche in funzione di diritti costituzionalmente che dovrebbero essere, in via primaria, garantiti).
Niente da fare! Christian è colpevole…non si sa di che cosa…ma deve pagare…
Forse, avesse mandato davvero al manicomio qualche poveraccio (ma in ossequio all’ufficialità della tradizione medica) oggi eserciterebbe in pompa magna con la compiacenza e la solidarietà della classe medica intera.
Lo vedremmo concionare ai congressi di categoria e intervistare sulle riviste specializzate. Adesso è difficile che un qualche giornale pubblichi una sua dichiarazione dove si difende da sentenze immotivate. Troppo complicata la vicenda, troppo lunga, troppo ingarbugliata perché si debba anche perdere del tempo per comprenderla e riferirla correttamente ai lettori.
Dura lex sed lex se la legge ti riguarda e ti tocca da vicino.
A Casale i morti sono morti, i parenti piangono e i presunti responsabili non sono responsabili.
A Rivalta stanno tutti bene, i parenti chiedono che i familiari possano continuare le cure che davano risultati positivi e l’innocente è colpevole.
Stra-or-di-na-rio…!!!
Lorenzo Del Boca
20 novembre 2014