La sclerosi del ns sistema è acclarata e non da ieri: la sentenza sul caso Eternit è solo un esempio lampante dell’alterità e contrapposizione tra la giustizia Formale e quella Sostanziale. Il caso Zohoungbogbo è un caso altrettanto da manuale.
Nel nostro Paese, erede unico e diretto della tradizione bizantina, ormai il Diritto equivale a Formalismo. La ricerca della Giustizia od anche la sua sola ricognizione, nei casi più evidenti e dimostrati, è solo esercizio retorico.
Nelle aule di giustizia si applicano i codici per rendere Culto al Formalismo.
E se al Cittadino viene negata la Giustizia peggio per lui e per le sue aspirazioni: ohibò, stiamo ancora a parlare di Giustizia in Italia nel 3 millennio?
Fa ridere questa aspirazione, in fondo noi guardiamo con sufficienza a quegli ingenuoni degli Americani che hanno scolpito nella loro Costituzione, come principio, la “ricerca della Felicità”.
Qui da noi tutt’al più, e dopo lunghi lavori parlamentari dettati dalle convenienze dei singoli schieramenti (e mi fermo qui…), siamo arrivati ad inserire in Costituzione…”il giusto processo”. Come se i processi sino ad allora celebrati non lo fossero stati e se ne sentisse la necessità di precisarlo nella norma di rango costituzionale.
Non è un caso che la norma in questione sia schiettamente rivolta alle procedure: la nostra forma mentis è che le regole debbano esser inattaccabili, non il contenuto delle norme.
Ci siamo rassegnati ad un simulacro di Giustizia e non ne riusciamo più ormai a venir fuori. Ogni Governo si preoccupa (ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti) solo di ridurre le sanzioni europee agendo sulla durata dei processi.
Non altro.
Bene hanno fatto a Casale Monferrato a proclamare il lutto cittadino .
Dovremmo proclamare lutto nazionale.
Avv. Gianluca Nargiso
20 novembre 2014