Lettera di una paziente

Scritto il 31 Gennaio 2013 da giornalesalute

Dist.mo Dott. Christian

Questo mio scritto nasce dal desiderio di ringraziarLa per le cure e le attenzioni prestatemi.

Generalmente il rapporto medico/paziente si basa sulla fiducia reciproca intesa come volontà del malato nel seguire le indicazioni mediche che sono il frutto di competenze e professionalità acquisite sul campo e poi elargite al malato.

Capacità e abilità di cui io ho fruito.

Capacità deontologica che ha saputo travalicare il settore prettamente medico per estendersi anche nella sfera umana, infatti quando vengo nel suo studio so di incontrare una persona che coglie aspetti taciuti, paure e aspettative, con occhio attento e mirato.

Lei riesce ad essere autoritario e autorevole; sono questi gli aspetti che inducono a ritornare da Lei uniti alla certezza in un responso oculato, competente ed umano.

Colgo alle volte nelle sue parole accenni di amarezza, di sconforto in seguito a vicende legali che ho difficoltà a comprendere data la mia inadeguatezza in quel particolare campo.

Vorrei,  se permette, consigliarLe di considerare queste tribolazioni una sorta di rovescio della medaglia; quasi come un “pedaggio obbligato” del suo successo professionale.

Vorrei che Lei “guardasse” i pazienti che affollano il suo studio e traesse dalla loro numerosità la forza e la soddisfazione del suo cammino professionale.

Sperando di non aver abusato del suo tempo e di confidenza, Le auguro ogni bene.

 

Treviglio, 28 gennaio

 

Una paziente

Ronchi Cecilia

 

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